Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da impulsività, iperattività e difficoltà di concentrazione, che colpisce il 3-5% dei bambini in età scolare (MTA Cooperative Group, 1999). Le attuali teorie eziologiche collegano l’ADHD a disfunzioni nel sistema cortico-subcorticale dopaminergico e, probabilmente, anche a quello noradrenergico, entrambi coinvolti nella regolazione delle funzioni esecutive e delle risposte comportamentali.
Gli studi sui potenziali evento-relati hanno dimostrato che i bambini con ADHD, confrontati con un gruppo di controllo “sano”, mostrano ampiezze minori e più lunghi tempi di latenza in varie componenti corticali, che possono indicare deficit nel processing attentivo e informazionale. Indagini sull’attività EEG hanno riportato un’anormale abbondanza di basse frequenze, come le onde theta specialmente nelle zone frontali, e una riduzione nell’ampiezza delle onde più veloci, come le onde beta. In accordo con tali scoperte, analisi di Brain Imaging sia funzionale che volumetrico, hanno indicato una disfunzione del sistema fronto-striatale nell’ADHD, che può spiegare i deficit ai più alti livelli di controllo motorio, arousal, inibizione comportamentale e attenzione.
PER I GENITORI
La vita con un bambino o un adolescente con disturbi da deficit di attenzione e/o iperattività può essere molto difficile, frustrante e persino travolgente. L'ADHD genera deficit a livello esecutivo: questi bambini hanno difficoltà a pensare e pianificare prima di agire, a controllare gli impulsi, a organizzare e a completare le attività. Spesso non ascoltano le istruzioni dei genitori e quindi non le obbediscono, sono disorganizzati e facilmente distratti, interrompono le conversazioni, richiedono attenzione in momenti inappropriati e parlano prima di pensare, dicendo cose senza tatto o imbarazzanti. Spesso è difficile anche farli dormire e possono danneggiare la casa o addirittura mettersi in pericolo fisico. Queste difficoltà possono a volte essere veramente esasperanti per un genitore e per tutti i membri della famiglia, ma è bene ricordarsi che qualsiasi comportamento il bambino metta in atto non è volontario: vorrebbe comportarsi come i genitori gli dicono, ma non sa come fare!
È importante quindi che i genitori assumano il ruolo di guida per questi bambini, aiutandoli ad affrontare le sfide quotidiane, a incanalare le loro energie in attività positive e a portare una maggiore calma all'interno della famiglia. Se si tiene presente che avere l'ADHD è altrettanto stressante per il bambino stesso è molto più semplice rispondergli in maniera positiva, con pazienza, compassione e molto supporto. Le esigenze di monitoraggio di un bambino con ADHD possono essere estenuanti sia fisicamente che mentalmente; la frustrazione può trasformarsi in rabbia seguita dal senso di colpa per essersi arrabbiato con il proprio figlio e ciò può portare i genitori ad essere stressati e ansiosi. Per affrontare le sfide della crescita di un bambino con ADHD è necessario essere in grado di padroneggiare una combinazione di compassione e coerenza, offrendo sia amore che una struttura che aiuti il bambino a sentirsi protetto e a gestire il suo ADHD.
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